Essere (filosofia)
(Nota: in questa pagina si tratta dell' essere in senso filosofico)
Nella filosofia eleatica l' Essere equivale all'archè. Per Parmenide l'Essere è un prodotto della Logica (o necessità logica) e non si identifica con nessun elemento della realtà tangibile (che per lo stesso Parmenide è il Non Essere).
La scuola eleatica non era riuscita a risolvere il problema dell'archè: l'atomismo democriteo che ne costituisce la formulazione più avanzata continuava a presupporre gli atomi e uno spazio vuoto, diverso dagli atomi, in cui essi potessero muoversi.
Parmenide nota come l'essere è unico e non possono esserci due esseri perché se uno è l'essere e l'altro non è il primo, esso è non-essere.
Se A è l'essere, e B non è A, allora B è non-essere, ossia non è. Questo ragionamento impediva di parlare di enti e portava alla negazione del divenire, che gli antichi non riuscivano a spiegare.
Il problema più rilevante non era tanto la molteplicità degli enti che abbiamo sotto gli occhi, quanto il senso greco del divenire per cui tutto muta, che si scontra con una ragione, altra dimensione fondamentale della grecità, che è portata a negarlo. Parmenide vive drammaticamente il conflitto, vede che il mondo è molteplice, vorrebbe dirlo, ma la ragione e il compito del filosofo glielo impediscono: negando il divenire il mondo e la vita, sono tutte illusioni. C'è solo un essere, statico, uno, eterno, indivisibile, ossia uguale a se stesso nello spazio e nel tempo perché diversamente, differenziandosi, sarebbe il non-essere. Tale essere è una sfera perfetta non chiusa perché fuori dell'essere e dello spazio infinito non può esservi nulla, ma tendente a chiudersi all'infinito;la sfera è l'unico solido geometrico che non ha differenze al suo interno, è uguale dovunque la si guardi; l'ipotesi suggestivamente con la teoria della relatività di Albert Eistein che nel 1900 dirà "se prendessimo un binocolo e lo puntassimo nello spazio, vedremo una linea curva chiusa all'infinito" in tutte le direzioni dello spazio, ovvero una sfera complessivamente (per lo scienziato infatti e l'universo è sferico sebbene finito, fatto di uno spazio ripiegato su se stesso).
Il ragionamento presuppone una evidenza primaria alla ragione, indimostrabile e teorizzata da Aristotele, il principio di non-contradditorietà dell'essere, per cui A non può essere non-A, così come l'essere non può coincidere con il non-essere, che perciò non è (nella formulazione aristotelica; Kant dettaglierà meglio il principio senza il quale nessun ragionamento può essere fatto e si vive nel mondo dell'opinione).
Il problema sarà risolto da Platone che commettendo il parricidio di Parmenide, mostrerà che il non-essere esiste solo in senso relativo, dando un fondamento razionale alla moltplicità nello spazio e al divenire nel tempo. Platone chiamerà Parmenide padre dei filosofi al quale resta il merito di aver dato nome al più alto e astratto dei concetti filosofici, l'essere parmenideo.
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